ID: 198
Certificato definitivo per azioni di lire 20.
Costituita in Russi 31 maggio 1903.
Russi (Italia) - Wikipedia
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Russi (Ròss in romagnolo) è un comune italiano di 12.170 abitanti della provincia di Ravenna. Dista 17 km dal capoluogo, 17 km da Faenza, 20 km da Forlì, 40 km da Imola, 40 km da Cesena e 70 km da Rimini.
Storia
Antichità
L'area di Russi vanta una storia bimillenaria, come attesta l'area archeologica della Villa Romana del II secolo d.C. La ricerca archeologica mostra come la zona fosse interessata da coltivazioni di tipo intensivo.
Dopo le invasioni barbariche il territorio fu progressivamente abbandonato. La mancanza del lavoro di irregimentazione idraulica dell'uomo causò il ritorno degli acquitrini e delle paludi.
Medioevo
Fin dall'Alto Medioevo faentini e ravennati si contesero il territorio di Russi, al centro di una fertile pianura. I ravennati, per difendersi dalle aggressioni faentine, costruirono i castelli di Raffanara ed il castello di Cortina.
Nel 1234, durante una delle frequenti battaglie fra le due città, i faentini abbatterono le due roccaforti lasciando così i ravennati senza difesa. Successivamente sorse un centro, necessariamente un castrum, cioè un centro fortificato. Russi nacque così nel 1371 per volere di Guido da Polenta (sesto dei Signori della casata ravennate), che visse nel castello fino al 1377. Alterne furono le successioni fra il casato Polentane e quello dei faentini Manfredi, per il controllo dello strategico castrum russiano.
Età moderna
I primi tre decenni del XVI secolo causarono grandi sofferenze alla popolazione. Il castello subì infatti diversi assedi: prima da parte delle truppe del Borgia, poi dalle forze della Lega di Cambrai, infine il tremendo eccidio del 3-4 aprile del 1512 da parte di Gastone di Foix. Ad accrescere le sventure, nel 1527 passarono per il territorio russiano le truppe di Carlo di Borbone dirette a Roma, che occuparono il castello, poi si abbandonarono a saccheggi ed uccisioni.
Dopo varie vicende, Russi nel 1568 ritornò sotto la giurisdizione di Faenza, nello Stato Pontificio, ma riuscì ad ottenere magistrature proprie ed autonomia amministrativa. Nel 1688 il paese fu quasi interamente distrutto da un terremoto.
Russi fece parte dello Stato della Chiesa fino al 1859, quando i territori della Legazione delle Romagne furono occupati dalle truppe del Regno di Sardegna.
Risorgimento e Unità d'Italia
Russi annovera alcuni personaggi che furono protagonisti del periodo risorgimentale. I Farini e i Baccarini diedero alto prestigio al paese e alla nazione in campo politico e sociale, i Babini ed altri in quello economico-industriale, provocando un radicale cambiamento nella vita economica del paese e imponendosi in campo internazionale. Russi fu poi, con in testa Domenico Antonio Farini, la fucina di un importante centro di azione risorgimentale.
Nei moti del 1831 Russi fu infatti il primo paese di Romagna ad insorgere, ma a fare le maggiori spese di tale insurrezione fu, il 31 dicembre del 1834, lo stesso Farini, che in un'imboscata venne colpito a morte. Da quell'anno al 1870 (presa di Roma), ben 367 furono le presenze di russiani in moti e guerre per l'indipendenza di Italia.
L'eredità morale e politica di Domenico Antonio Farini, proseguì comunque con il nipote Luigi Carlo, che diventerà più tardi Dittatore dell'Emilia e Presidente del Consiglio. Sempre su quelle orme si muoveranno poi il ministro Alfredo Baccarini e Domenico Farini, figlio di Luigi Carlo, Presidente della Camera e del Senato.
Dopo l'Unità d'Italia
Dopo l'unità d'Italia ebbero inizio a Russi nuove attività economiche. Il paese da centro prevalentemente agricolo, inizi i primi passi verso l'industria e il commercio (già fiorente in seno alla cittadina dal XVI secolo).
Nel 1878 a Russi venne concesso, con decreto reale, il titolo di Città per aver dato i natali a Luigi Carlo Farini.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 1.095 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Romania 308 2,56%
Marocco 147 1,22%
Monumenti e luoghi di interesse
Architetture religiose
- Pieve di Santo Stefano in Tegurio – Sita nella frazione di Godo, risale all'VIII secolo;
- Pieve di San Pancrazio - dà il nome al centro abitato omonimo, sito a 4 km da Russi. La sua fondazione risale, secondo la tradizione, al V secolo per volontà di Gallia Placidia. Le due pievi rappresentano splendidi esempi di antica arte religiosa in stile romanico;
- Chiesa di Sant'Apollinare - di costruzione settecentesca, è la chiesa del santo patrono cittadino;
- Chiesa dell'Addolorata - anch'essa edificata nel XVIII secolo, all'interno è conservata l'immagine della Madonna tanto cara ai russesi; in suo onore si celebra la «Fìra d'j Sètt dulur» (vedi Infra).
Siti archeologici
- Villa romana (con annesso Museo) – In epoca romana l'abitazione fu a capo di un lotto della centuriazione. La sua origine è databile al I secolo a.C.; rimase attiva fino almeno al IV secolo d.C. Riscoperta nel 1939, oggi ne rimangono le fondamenta e i pavimenti a mosaico. Reperti archeologici sono conservati nel museo sito nella Rocca di Russi.
Architetture civili
- Palazzo San Giacomo o Palazzo Rasponi – Ubicato poco fuori le porte cittadine. Al suo interno si conservano splendidi affreschi a tema mitologico ed allegorico.
Architetture militari
Rocca – Fortilizio trecentesco, voluto dalla potente famiglia dei Da Polenta di Ravenna. Oggi ospita raccolte museali.
Cultura
Musei
Museo Civico: riunisce le raccolte che, conservate in diversi luoghi del paese, dal 1997 sono state collocate all'interno della Rocca trecentesca. Le opere sono state classificate in tre gruppi: museo archeologico (coi reperti della Villa romana), pinacoteca e fondo archivistico "Alfredo Baccarini";
- Museo della vita contadina in Romagna (nella frazione San Pancrazio), che conserva oggetti che documentano la via rurale nel territorio di San Pancrazio e Russi;
- Museo dell'arredo contemporaneo (sito lungo la Strada San Vitale in direzione Ravenna), riepiloga la storia dell'arredo dal 1880 al 1980;
- Raccolta di ceramica rustica romagnola e di campane;
- Raccolta etnologica Romagnola.
Gastronomia
I piatti tipici di Russi sono legati alla Fira (fiera) dei sette dolori, e sono: cappelletti al ragù, bel e cot con purè, canèna nova e ciambella[5]. Le tradizioni gastronomiche del luogo risalgono ai primi insediamenti preromanici del III secolo d. C., e più recentemente si ricordano le cantine del Palazzo San Giacomo, in cui veniva fatto riposare il vino delle varietà Canena, Trebbiano e Uva d'Oro[6].
Eventi e manifestazioni
Fîra d'i sett dulür
La Fîra d'i sett dulür (Fiera dei sette dolori) è la più antica sagra della provincia di Ravenna. risale, infatti, al XVII secolo, ed era legata all'ordine dei frati Serviti in quel tempo presenti a Russi. Celebrava la Madonna dei sette dolori e venne istituzionalizzata da Innocenzo XI nel 1688.
Si svolge nella terza settimana di settembre e presenta un'ampia offerta di eventi musicali e culturali nonché appuntamenti gastronomici, con piatti tipici della romagna, nella fattispecie cappelletti, nell'occasione conditi al ragù, bel e cot, sorta di cotechino o insaccato di maiale che ha ricevuto la denominazione di prodotto regionale, servito su fette di pane fragrante, il tutto annaffiato dal vino Canèna Nova. Il Canèna è un vino novello di prima spremitura, quasi una sorta di mosto fatto con uve di cui si andava perdendo la coltivazione; è aspro ma con un retrogusto dolce tipico del mosto appena spillato; si accompagna in maniera ideale al bel e cot.
- Storia della Fira
La cânta d' Ross | |
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A Russi e alla Fira di sétt dulur è dedicata anche la canzone in romagnolo che appartiene alla tradizione popolare La canta d' Ross (La canzone di Russi):
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La festa venne ripristinata, dopo essere stata sospesa nel 1798 su editto di Napoleone Bonaparte, solo nel 1815, con il ritorno della Romagna sotto l'egida pontificia. A quel tempo, la festa era solo religiosa e consisteva in una processione ed una questua che serviva a supportare le spese. Nel 1861 il comune riconobbe la Confraternita dei 7 dolori, disponendo che la festa si tenesse nella terza domenica di settembre. Contestualmente gli esercizi di arti e mestieri iniziarono a beneficiare della del passaggio della festa religiosa e fiera di paese.
In considerazione di ciò, nel 1871 la festa cambiò nome divenendo Fiera di bestiame detta dell'Addolorata. La fiera di bestiame e si svolgeva nel Foro Boario. Nel 1877 la festa si sviluppò ulteriormente tanto che venne istituito un treno speciale da Ravenna che portasse visitatori ad assistere alla corsa dei cavalli berberi e agli spettacoli pirotecnici con i fuochi di artificio.
Dopo la sospensione per la prima guerra mondiale venne istituito nell'ambito della fiera il luna park con giostre e tirasegni. Alla fine della seconda guerra mondiale la festa ha avuto un ulteriore miglioramento ed ha cambiato ancora nome da Fiera dell'Addolorata a Fira di set dulur. Ad arricchire la parte spettacolare si è iniziato a rappresentare grandi opere ed operette all'interno del teatro, mentre hanno continuato a tenersi le corse di cavalli berberi e la mostra del bestiame che è stata soppressa dagli anni ottanta.
La Fira continua comunque ad essere un'attrazione del paese che nei giorni del suo svolgimento si veste a festa. Cantastorie provenienti da ogni regione d'Italia animano la scena e la domenica sera ed il lunedì ci sono i fuochi artificiali che attirano persone da ogni parte della provincia (interessate in particolare a la girandola e ai fuochi sui pali).
Festival Internazionale del Folklore
Si tiene ogni anno dal 1988. Convengono a Russi gruppi folcloristici provenienti da diverse parti del mondo.